Stefanile, il ricordo di un intellettuale

Stefanile, il ricordo di un intellettuale

Repubblica — 23 novembre 2010   pagina 19   sezione: NAPOLI

AL “Blu di Prussia”, domani alle 17.30, si presenta il libro di Mario Stefanile “Breviario della Cucina Napoletana”. Sarà un’ occasione per ricordare, con Santa Di Salvo e Pietro Gargano, Annamaria Ackermann, Edgar Colonnese e Franco de Ciuceis, la figura di un giornalista e intellettuale che fece della critica letteraria e teatrale un’ autentica missione di vita. Natoa Napoli nel 1910, Mario Stefanile collaborò da giovanissimo a diverse testate napoletane e nazionali: quotidiani, periodici, riviste. Nel 1940, per “Il Mattino”, fu critico militante per il teatro e la letteratura, incarichi che mantenne fino alla sua scomparsa, nel 1977. Come inviato speciale, viaggiò tanto e il ventaglio dei suoi interessi fu assai ampio: non solo la letteratura, la poesia, il teatro, la critica d’ arte, ma anche una sua personale attività di pitturae un talento innato per la fotografia. Tra le sue pubblicazioni sono da ricordare le raccolte poetiche (“La danza del fuoco”, “Cembalo”, “Ritratto nel mare”, “Valzer nero”, “Hallalì”, “La Tagliola”); libri di viaggi (“Il volto del Sud”, “Il Golfo di Napoli”, “Il corno del postiglione”); i saggi critici (Quasimodo, Labirinto napoletano, Sessanta studi di varia letteratura, La letteratura a Napoli dal 1930 al 1970); innumerevoli gli elzeviri, le recensioni, le prefazioni a opere letterarie e mostre d’ arte, i commenti, le inchieste, i reportage dall’ Italia e dall’ estero, i testi radiofonici. Vincitore dei “Littoriali di poesia” nel 1937, ottenne numerosi riconoscimenti. Stefanile fu in rapporto con i più importanti scrittori e letterati del suo tempo, non solo italiani. Grande fu l’ amicizia con Eduardo De Filippo, e prima, con Raffaele Viviani. La pagina letteraria che Stefanile curava ogni giovedì sul “Mattino”, tra gli anni ‘ 60ei ‘ 70, riuniva importanti firme per il dibattito delle idee: Rea, Prisco, Compagnone, Pomilio, Ortese ebbero talvolta in lui il primo illuminante recensore. Tra i suoi «ozii dilettevoli», come amava dire, c’ era la letteratura gastronomica: indagò su pagine celebri e riunì per la sua biblioteca una cospicua raccolta di testi antichi e moderni, alcuni ormai rari e introvabili. Si diede il piacere di scrivere “Sentimento del gusto”, “Musica da tavola”, “Partenope in cucina” ed altri acuti e arguti manuali e breviari, come il piccolo volume ora curato con amorevole filologia da Franco de Ciuceis e stampato con eleganza da Colonnese. – MARIO FRANCO

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